Il fil rouge della tenerezza

La tenerezza è alla radice di ogni delicatezza, amicizia, forma d'amore , impresa, di ogni rivoluzione del cuore. Non c'è ricordo d'infanzia, d'adolescenza, di giovinezza o di un passaggio importante della nostra vita che, rivisitato per conoscere meglio noi stessi, per indagare le nostre esperienze ...e i vissuti delle nostre relazioni con gli altri non contempli una certa, dovuta, inevitabile tenerezza. Essa si esprime verso noi stessi, verso quelli che abbiamo amato o che, in qualche modo, anche dolorosamente, ci hanno coinvolto. Così proviamo tenerezza verso quello che, magari, poteva essere e non è stato e, allora, la tenerezza si fa nostalgia. O, meglio ancora, il sentimento della tenerezza ci sopreggiunge verso ciò che è ormai avvenuto e rappresenta il passato. E, allora, la tenerezza diventa un modo per addolcire l'immodificabile. Tenere sono le fragilità, le debolezze, le difficoltà, le conflittualità che impreziosiscono il valore delle nostre esperienze quotidiane, che ne esaltano i limiti, ne sollecitano l'umanità e ridimensionano le inutili pretese della perfezione. Così, tenero è l'errore commesso per errore, come tenero è colui che si mostra per quello che è. La tenerezza è quasi tutto nella vita. E' il suo sapore buono, è la sua speranza di autentica umana dolcezza, è una spezia dell'anima, un condimento leggero e necessario perchè capace di dare, a ogni giorno, la sua dose di umano gusto delle cose, dei piaceri, dei cedimenti. Tenera è la notte se il giorno è stato tenero di qualche sorriso, pensiero, ricordo, abbraccio, gesto, parola, perdono. Tenero è colui che non rinuncia a credere, a sentire, a ricercare nella vita la dolcezza di certi delicati, indifesi momenti, di certi atteggiamenti, di certi ricordi, di certi oggetti che creano i legami capaci di vincere le paure e le delusioni.

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